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Eureka! Il meteo annuncia una "finestra"

29 March 2007 ore 18:00

Posizione: 54°48',3S - 064°22',10W. Isla de Los Estados. Puerto Parry. Ore 23:30 LT.
Vento da Sud-Ovest 35 nodi. Pressione 992,9 Mb, stazionaria bassa, scrosci di pioggia intensa e le solite raffiche di vento.


"La carta promette una finestra e un salto di vento a Sud Ovest, ragazzi" annuncio a tutti mentre sono a tavola davanti a un paio di polletti arrosto, l'ultima carne della cambusa di bordo. Gli sguardi di tutti si posano su di me che sventolando un pezzo di carta chimica appena giunto via MeteoFax scendo i 4 scalini che separano la zona navigazione dalla dinette. La poso in mezzo alla tavola facendo spazio tra i piatti e i bicchieri e comincio a spiegare: "L'alta pressione che è normalmente sul Pacifico, centrata sull'Isola di Pasqua, è unita da una settimana a quella che staziona sull'Atlantico del sud, creando un'unica grande barriera all'altezza della Patagonia che comprime in un corridoio stretto le depressioni che scorrono intorno all'Antartide. Sembra proprio che si stiano separando per lasciare che il consueto corridoio si allarghi e le isobare si separino quel tanto che basta per fare diminuire il vento a una ventina di nodi, venticinque al massimo e farlo girare da Sud Ovest. È quello che aspettiamo. È la famosa finestra!"

"Quando?" "Il primo aprile, e speriamo che non sia un pesce!" Gli occhi di tutti si illuminano. E intando la radio inizia a trasmettere sulla frequenza 4146.0 Mhz il bollettino della notte: "Securité, securité, securité. Qui Magellanes Radio che diffonderà il nuovo bollettino meterologico per le zone 7 e 8 da Faro Guafo a Cabo de Hornos, valido dal 29 marzo alle 22:00 fino al 30 marzo alle 10.00 ora locale. Isola Navarino, Puerto Williams e Isola degli Stati, vento da ovest girando a nord ovest, da 25 a 35 nodi, rinforzando durante la notte a 40/50 nodi con raffiche 65 a 75 nodi. Onda da 4,5 a 6,5 metri. Burrasca..."

'Speriamo che passi veloce', penso, mentre tutti mi guardano. E molti altri pensieri si accavallano insieme. 'Speriamo che non picchi troppo duro', 'Meno male che non siamo partiti oggi!', 'Speriamo che le cime tengano e la boa non abbia la catena troppo arrugginita!', 'Speriamo che la smetta, prima o poi...' 

E intanto mi infilo la cerata e lasciando i ragazzi a guardare e commentare la carta meteo speranzosi me ne vado a prua a controllare l'ormeggio. Non si sa mai. Tre cime: quella che lavora, la sicurezza e la sicurezza della sicurezza. Ma difficile dormire quando soffia così. Difficile stare inattivi a subire. Ma sarebbe illogico provare a partire. Mentre passeggio sul ponte le nuvole corrono veloci affacciandosi da dietro le montagne e coprendo per un attimo la luna crescente, bianca, che rinnova con la sua luce il ricordo diurno delle forme dei boschi, delle cascate, delle pendici scoscese che ci circondano. Le passano davanti rapide, come guardando dei cavalli da corsa quando si è fermi sugli spalti all'ippodromo. Poi spariscono dietro le creste a est. Sempre più fitte. Sempre più spesse.

 

La mia mente cerca un soggetto per rilassarsi. Ripenso alla bella mattinata di oggi, alcune ore di sosta dopo un'ulteriore notte di vento forte, in cui il sole ha riscaldato la coperta della nostra barca. Allora tutti fuori a sistemare, lavare, asciugare, lucidare, come se il fatto di lavorare con il bel tempo lo potesse prolungare, potesse allontanare il suono notturno delle drizze che battono furiose, il fischio cupo del sud ovest attorno all'albero. Siamo scesi a terra in 5. Martin e io siamo andati al lago. Una piccola escursione di un'oretta per fare lavorare le gambe. Una mezz'oretta di sosta gettati sulle rocce intiepidite dal sole mangiando un panino. Una sorsata di acqua piovana fresca direttamente dalle pozze limpide. Gli altri si sono trattenuti con i ragazzi della base Argentina per il solito giro di mate e quattro chiacchiere.

Proprio una bella giornata. Ho trovato un grillo o qualcosa di simile che vive negli stagni gelati in altitudine. Ne ho preso uno da inviare ai ragazzi di Padova (li ricordate?) perché lo analizzino e lo studino.

Veramente una bella mattinata... e mentre penso a questo, camminando sul ponte verso poppa, una spinta da dietro mi sbilancia, un raffica gelida che mi colpisce all'improvviso. Con la coda dell'occhio leggo lo strumento del vento che è a piede d'albero: da 12 a 45 nodi in meno di 5 secondi... Si fa presto a tornare alla realtà, qui all'Isola degli Stati, ultima terra prima dei 14.000 chilometri di mare libero che separano il sud America dall'Australia.

'Le cime terranno!'

Buona notte Velisti!

 

Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

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