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Dove soffia il vento

19 February 2009 ore 12:00

Francesco (Ciccio) Valenza, velaio dal 1978, nel 1989 fonda la Doyle Italia. È uno dei velai più esperti in Superyacht in tutto il gruppo internazionale Doyle. Progettista, esperto regatante, ha "firmato" progetti importanti, dalle vele di Soldini, a quelle dell'Amerigo Vespucci (a quelle di Adriatica, naturalmente!), a barche super tecnologiche di 50 metri. Nel 2007, con Mario Giattino e gli altri velai Doyle Italia, ha aperto la più grande e tecnologica veleria per Maxiyacht in Mediterraneo.


Com'è il vento?

di Francesco Valenza

 

Caro Patrizio, mi chiedi di parlarti del vento, in riferimento al viaggio di Simone Perotti. Questa è in effetti la domanda dalla quale dipendono molte scelte sull’organizzazione del viaggio e molte delle decisioni di Simone e dell’armatore. Io non sono in rapporti tanto buoni con Dio da essere informato sui venti che soffieranno nel Mediterraneo sud orientale a metà Febbraio… però posso dirti che il Mediterraneo in inverno è uno dei mari più duri e pericolosi in cui si possa navigare. Sia perché si possono avere venti molto forti e onde particolarmente ripide, sia perché le condizioni cambiano molto velocemente. Ciò premesso ti dico anche che con le attrezzature e la tecnologia di oggi (previsioni abbastanza precise, attrezzature veliche, abbigliamento, cibo) si va dappertutto. Non a caso ho nominato abbigliamento e cibo. In caso di brutto tempo, soprattutto in inverno, una delle cose più importanti da fare è mantenere l’equipaggio in buona forma, riposato e ben nutrito, cioè rispettare i turni di riposo, mangiare regolarmente cose sane e facilmente digeribili (NON panino con il salame), vestire i giusti capi tecnici caldi ed asciutti, compresi guanti, mascherina e occhialoni per proteggere la faccia e gli occhi. In Mar Rosso e Oceano Indiano tutto sarà più facile e “primaverile”. Spesso la parola oceano evoca tempeste e situazioni terribili, mentre il “mare nostrum” in questa stagione è tanto più impegnativo e freddo.

 

Tornando alle attrezzature ed alle vele, Simone ha fatto una scelta molto “classica” sia per quanto riguarda il materiale che per quanto riguarda la tipologia delle vele: randa + genoa avvolgibile in Dacron, poco performanti ma molto affidabili. In altre parole: chi va piano va sano e va lontano. Su una barca come lo Sleeker 45 per un trasferimento su questa rotta ci si può scostare poco da questa scelta base. Cosa molto importante è definire le geometrie delle vele ed i dettagli costruttivi. La forma e le dimensioni, i sistemi di montaggio e di attacco studiati per ammainare la vela in caso di avaria possono fare la differenza fra una vela buona ed una addirittura “pericolosa”. Per quanto riguarda i materiali le vele da crociera oggi possono essere fatte anche di materiali molto tecnici e leggeri. Esistono nuovi materiali robustissimi anche a base di Carbonio. La scelta dipende dal tipo di barca, dalle esigenze dell’equipaggio, dal budget. Per una barca veloce e di medie dimensioni, come lo Sleeker 45 che deve fare un “trasferimento” le vele di Dacron vanno benissimo: non costano molto e come abbiamo detto rispondono alla filosofia “chi va piano va sano e va lontano” .

 

Se, anche in crociera, si cercano le prestazioni, allora le vele potrebbero essere fatte anche di Mylar-Dacron, in questi caso tagliate a pannelli radiali dai 3 angoli o con fibre di Vectran e Carbonio.
Nel caso di barche più grosse quando i carichi aumentano, le vele dovrebbero essere in Vectran-Carbon perché quelle in Dacron si deformerebbero troppo e non funzionerebbero bene con i moderni sistemi avvolgibili. Vele così “tecniche”, se ben progettate, sono robuste quanto quelle in Dacron, ma mantengono meglio la forma e, restando più piatte quando il vento rinforza, fanno sbandare meno la barca. Anche questo è un parametro di sicurezza. Le vele a bordo di Pasaya non sono affatto molte. Considera che la randa ed il genoa sono le due vele di base, randa è la vela a poppa tenuta da albero e boma ed il genoa sta a prua. Sono sempre montate e vengono usate in tutte le andature, il gennaker è l’unica vela in più che hanno per dare un poco più di potenza nelle andature larghe (vento dal traverso alla poppa) con venti leggeri e medi. La tormentina è una vela di sicurezza, di emergenza da usare se rompono il genoa e/o se incontrano venti particolarmente forti. In pratica dobbiamo augurarci che non debbano mai usarla. Per quanto riguarda il cambio delle vele, penso che con vele ben fatte si va e si torna tranquillamente dalla Thailandia.

 

Sono comunque pienamente d’accordo con Simone che dice che è meglio avere il doppio di tutto. Non può rischiare di avere una avaria in Indiano o in Mar Rosso e restare fermo mesi in attesa che arrivi il pezzo di ricambio. Anche in questo caso gli auguro di non dovere usare le vele di rispetto, vuol dire che tutto è andato liscio...

 

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