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Dal diario degli studenti di Ancona

28 November 2007 ore 12:00

Il Professor Bruno Ippoliti ci manda il diario di bordo dei ragazzi dell'Istituto Nautico di Ancona.

 

Per la sesta volta la barca a vela "Adriatica" ha attraccato in un porto italiano, precisamente ad Ancona. La tappa marchigiana, intensa di attività riguardanti le materie fisiche, ha avuto la durata di tre giorni: dal 24 al 27 Novembre 2007. L’imbarcazione è stata oggetto di visite da parte dell’Istituto Tecnico Nautico ed Aeronautico del posto. I vari seminari del progetto hanno interessato le basi della fisica, Archimede, Venturi, le imbarcazioni moderne e quelle antiche, i vari modi di viaggiare, il tutto coordinato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, della sezione INFN e dal Dipartimento di fisica di Milano. E poi, finalmente, abbiamo potuto visitare Adriatica, la famosa barca che, insieme al gruppo di Velisti per Caso, ha girato almeno due volte il mondo, dalle Galapagos alle Indie, toccando i luoghi più inesplorati e selvaggi, rimasti ancora intatti dallo sfruttamento dell’uomo.

L’imbarcazione ha una lunghezza fuori tutto di 22 metri ed uno scafo in ferro (escluso l’albero maestro), con un pescaggio che per il bulbo arriva a 4 metri di profondità. Inoltre, all’interno è equipaggiata con una strumentazione fornitissima: radar, sonar, ecoscandagli, gps, comunicazioni via satellite e collegamenti a internet; insomma, si può dire che i velisti tanto per caso non erano!

Per finire, la barca è dotata di un sistema di autoproduzione di energia, fornito dall’Enel, che permette all’equipaggio di usufruire di energia disponibile in vari momenti della giornata, senza bisogno di collegamenti con la banchina o con altri sistemi. Se potessimo scegliere di fare o meno un’esperienza, come il giro del mondo, con questa barca, non avremmo dubbi sulla risposta, anche perché da quello che abbiamo potuto capire nei pochi minuti in cui siamo stati a contatto con l’equipaggio, le persone che lo formano sono come noi, semplici, ma allo stesso tempo desiderose di avere sempre nuove avventure, di conoscere il mondo e soprattutto di essere parte integrante della natura, perché ogni marinaio, che vuol essere chiamato tale, sa che l’unica cosa per cui bisogna davvero provare paura, rispetto e “devozione” è il mare. Chissà che bella sensazione sarebbe quella di vivere in libertà! Orizzonti aperti, immense distese di mari e natura, paesaggi senza confini sono un invito a prendere coraggio, a superare le proprie paure ed i limiti, avventurandosi “nel mondo”.

La prima libertà da conquistare, dunque, è quella di partire, sentendosi capaci di affrontare l’ignoto, rinunciando a quelle comodità e abitudini che, se da una parte soffocano, dall’altra danno sicurezza; viaggiare, quindi, diventa il proprio viaggiare, passo dopo passo, e scegliendo la rotta non sapendo dove, ma consapevoli solo di una realtà, che diventa sempre più avventurosa ed entusiasmante.

Ecco, il viaggio è un po’ la metafora della vita: un insieme di emozioni, di gioie, di insicurezze, di libertà e di limitazioni.

Per noi giovani il navigare rappresenta un senso di “sfida” anche con se stessi, che ci spinge a misurarci con i problemi, a confrontarci con una potenza che da sempre affascina l’uomo.

Detto questo, possiamo affermare con sicurezza che ogni ragazzo di questo Istituto, sarebbe ben disposto a sacrificare molto più di un pomeriggio di compiti, se il fine ultimo fosse, anche solo per un giorno, quello di trovarsi immerso completamente nella vita di Adriatica e del suo equipaggio.

 

 

Riccetti Lorenzo e Luciani Davide (2°B)

Gambini Lorenzo, Bandoni Manuel, Mattia Capomagi (2°Alfa)

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