Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Da Sanremo a Varazze

5 April 2009 ore 18:00

Nella calma della sera, sdraiato sulla mia cuccetta, cerco di ricordare gli avvenimenti di queste concitate e allegre giornate con gli amici delle Botteghe Equosolidali della Liguria.


Giovedì 2 aprile la partenza da Sanremo. La pioggia battente tamburellava feroce sulla tuga di Adriatica ormeggiata alla banchina davanti alla capitaneria. Patrizio arriva verso le 11 con un palestinese silenzioso e discreto che sarà nostro ospite per un paio di notti. Nella prestigiosa sede dello Yacht Club si svolge una presentazione per la stampa a cui sono invitati tutti i cittadini che hanno voglia di sentire raccontare l'avventura di Velisti per Caso in Sud America quando Pat e Syusy visitarono le terre gestite dalle coperative di produttori equosolidali, in Perù e Equador. Inizia dalla città dei fiori un itinerario che porterà Adriatica a toccare anche i porti di Imperia, Alassio, Savona, Varazze, Genova, Lavagna e La Spezia come testimonial di CTM-Altromercato e del commercio rispettoso della terra, dei lavoratori e dei produttori.

L'amico della Cisgiordania è testimone di come un numeroso gruppo di famiglie si è organizzato per produrre olio di oliva, semola, datteri ed altri prodotti in una situazione di totale monopolio e controllo israeliano rispettando il Label qualitativo richiesto da CTM, ma soprattutto rispettando condizioni eque di lavoro e retribuzione del personale. I gentilissimi responsabili della "Bottega" di Sanremo ci accolgono calorosamente e offrono un eccellente bouffet a base di loro prodotti. Dopo le interviste di rito e le chiacchiere allegre con la gente, partiamo approfittando di un momento di calma metereologica. Il cielo inizia ad aprirsi e il sole scalda la coperta di tek che si asciuga rapidamente. Pat decide di andare via terra, in auto, per fare prima. Arriverà mezz'ora dopo di noi e dovremo tirare dei bordi davanti a Porto Maurizio per attenderlo e reimbarcarlo grazie alla vedetta della Capitaneria. Infatti è previsto che allo sbarco a Oneglia anche lui sia a bordo per l'attracco, dove ci attendono molti imperiesi.
Ormai il sole domina nel cielo e man mano ci svestiamo degli strati di pile e cerate che ci proteggevano dalla partenza. Ci viene incontro il gommone degli ormeggiatori che ci accompagna fino alla banchina galleggiante, proprio davanti alla passegiata del vecchio porto. Pat non ha perso la mano e ritrova l'agio nell'annodare i parabordi con un perfetto "nodo parlato". Poi si impossessa della cima di ormeggio di centro barca che lancia con perizia inaspettata all'uomo di assistenza a terra, mentre Federico si occupa della prua e io della poppa. Adriatica sfiora con la prua il molo, proprio di quei venti centimetri che avevo previsto. Il pubblico si accalca incuriosito davanti alla barca. La giornata sarà allegra e piena di incontri e culminerà con una mangiata di cous cous al centro sociale.... La più grande sorpresa, per me, sarà l'incontro con Alessandro Duci, uno dei 4 studenti padovani che mi accompagnarono insieme ai professori Mariella Rasotto e Rudi Costa in Patagonia nel febbraio del 2007, da Chiloé a Puerto Natales. E' una grande emozione ritrovarsi e ricordare le avventure passate. Il mare ti lega in modo indelebile. Con lui tireremo tardi in pozzetto, insieme a Federico, davanti a una birra.

 

 

Venerdì 3 aprile. Molliamo gli ormeggi alle sei. Con noi ci sono Shadi e Elena, la simpatica interprete e accompagnatrice che ci aiuta con l'inglese. Dopo due ore entriamo a Alassio. Le ragazze del locale istituto alberghiero armeranno un gazebo con cibi ispirati alla cucina araba e dei dolci a base di frutta e cioccolato equosolidale. Una classe di curiosi e attivissimi bimbi assale Adriatica e noi dell'equipaggio ponendoci mille domande. Ordinatissimi, sistemano le scarpe in fila perfetta sulla banchina prima di salire a bordo, divisi in due gruppi: uno affidato a me e l'altro a Federico. Dopo pranzo si riparte, destinazione Savona, dove passeremo la notte ospiti della locale sede di Assonautica. Appena doppiato Capo Noli Incrociamo il ketch Leon Pancaldo, dell'Istituto Nautico della città. Un equipaggio di affiatati studenti comandati da un perfetto uomo di mare, dallo stile leggermente anglosassone e dall'accento tipicamente ligure. La sera, nella sala dell'Istituto, incontriamo un nutrito gruppo di amici che ascolta attento il racconto delle nostre navigazioni, ma soprattutto si entusiasma alle immagini di Pat e Syusy in sud America.



Sabato 4 aprile. La mattinata scorre rapida su Adriatica, presa d'assalto da savonesi di ogni età: dovremmo ritornarci in questo porto così accogliente! Federico riesce, verso mezzogiorno, a fare un salto nel nuovo museo navale che è stato realizzato dagli amici del Nautico in anni di raccolta di materiale e ordinato da Franco, vero animatore del progetto. Io resto in banchina dove continua la sfilata dei visitatori e anche delle autorità. Molto simpatico il direttore dell'Ente Porto, con il quale mi intrattengo in una interessante chiacchierata in cui ci promettiamo a vicenda di organizzare nuovi eventi insieme per il beneficio della città. Gli amici della Bottega di Savona servono quantità di cous cous, colombe pasquali e altre leccornie della loro produzione. Ripartiamo nel primo pomeriggio per Varazze, a sole otto miglia, dopo un aperitivo nella sede accogliente di Assonautica. Una breve navigazione a vela sempre scortati dal Leon Pancaldo e da altre barche di diportisti. 

L'ingresso al porto di Varazze ci è proibito per ragioni di sicurezza, perchè sembra che con il nostro pescaggio di 3 metri e 70 centimetri ci siano dei rischi. In realtà le carte danno un fondo di 5 metri e anche il comandante del Leon Pancaldo, che pesca come noi, mi dice che loro entrano in continuazione. Chiamo poi un amico comandante che ha la sua barca in cantiere proprio in quel porto. Si tratta di un Southern Wind di quasi 30 metri che ha una chiglia di 3 metri e 90. Decido di forzare la mano e prendo il rischio di entrare. Del resto il comandante è l'unico responsabile per la sicurezza del suo mezzo e delle persone. E, siccome si sta alzando un venticello teso, valuto che il luogo destinatoci dalla Capitaneria per l'ancoraggio non è sicuro, soprattutto dovendo imbarcare e sbarcare degli ospiti con in nostro piccolo tender. Chiaramente gli amici di Varazze, che combattevano da giorni per ottenere il nostro accosto in banchina, sono contentissimi. E festeggiamo l'arrivo con un ottimo "gelato al cacao equosolidale"!
Con Adriatica in banchina possiamo accogliere molti visitatori e io posso assentarmi per andare a visitare la Bottega locale. Sorpresa: di nuovo cous cous! Nota: scopriremo poi che l'ingresso ci era negato per una certa... "diffidenza" nei confronti dei velisti da parte degli amministratori del marina, che sembra lo abbiano realizzato soprattutto per le barche a motore... E' una storia da seguire, perchè questo moderno marina è completamente decontestualizzato dalla cittadina che lo ospita e gli abitanti del luogo non lo vivono nè percepiscono come parte del paese. Un grave errore che continuano a fare i proprietari dei porti turistici italiani, che realizzano investimenti puramente immobiliari abbandonando la gestione a direzioni impreparate oppure affidandoli a cantieri che poi non hanno altro interesse che quello dei loro propri clienti. La giornata si conclude con una navigazione verso Genova, un po' "umida" verso la fine, ma suggestiva per l'arrivo notturno guidati dalla luce della Lanterna, il celebre faro genovese. L'ormeggio è a Porto Antico, il nostro posto ormai fisso accanto al Bigo.



Filippo Mennuni

Comandante di Adriatica

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]