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Cagliari: il diario del prof

9 June 2011 ore 08:00

Anche i ragazzi che hanno partecipato all'ultima tappa cagliaritana sono tornati a casa. La Fisica in barca 2011 è quindi giunta al termine. Ci siamo fatti raccontare da Corrado Cicalo com'è andata la traversata con a bordo i 6 vincitori.

Lunedi 6 giugno ore 18.00 partenza. O forse “falsa” partenza. Dopo l’immancabile fotografia dell’equipaggio in tenuta da crociera (maglietta bianca con logo Fisica in Barca e Regione Sardegna), usciamo dal porto scortati dalla motovedetta CP303 della Guardia Costiera, dove Mauro Arba ci immortala con la città alle spalle. Nuvoloni neri minacciano pioggia battente, e cosi’ il saggio comandante Mattia decide di rinviare la partenza di qualche ora. Superati i fanali d’ingresso, facciamo dietrofront e rientriamo all’ormeggio. La cena, a base degli avanzi del buffet di pranzo, serve per iniziare a conoscerci. Fortunatamente ancora non piove e possiamo stare all’aria aperta. Si parla di vela, di calcio, di fisica, ma soprattutto ancora di scuola, delle interrogazioni ancora previste, dei compiti in classe che preoccupano più di tutto: sembra che ancora non sia finita. Simone (Alberti) è certamente il più loquace e tiene banco con innumerevoli discorsi. Ma trova Michele (Brotzu) con i furbi occhi verdi che gli tiene testa. Poi Andrea (Siotto), il classicista, con battute sferzanti. Christian (Brotzu) taciturno, forse un pò timido. Anche gli altri partecipano, Martina (Oristano) unica ragazza imbarcata all’ultimo, Gabriele (Michelangelo) e Stefano (Pacinotti), sornione ma sicuramente molto intelligente. Dopo qualche visita a bordo (grazie a Stefania Basciu per i dolcetti) e ancora un paio di foto comincia a piovere ed è ora di coricarsi: la sveglia è per le quattro! Anzi qualcuno mette la sveglia alle 3.30. Salpiamo finalmente sotto un cielo nuvoloso che minaccia acqua. Cagliari è sempre affascinante vista dal mare. Ne approfittiamo per una breve lezione pratica su fari e fanali e sulle luci delle imbarcazioni. Il mare è calmo poco vento e dopo poco comincia a piovere. Torniamo tutti a nanna. Tranne Mattia e Carlotta ovviamente. Ed Elisabetta che invece non ha proprio smesso di dormire. Mi sveglio alle 7.30, dopo aver riposato veramente bene, nonostante il rumore del Volvo Penta 240hp. E dire che a terra soffro di insonnia e una dormita così non la facevo da mesi. Il resto dell’equipaggio è già sveglio e in giro per la barca. Nonostante la pioggia intermittente. Colazione a largo dell’isola di Serpentara, nel meraviglioso parco marino di Villasimius. Biscotti, nutella, fette biscottate, succhi di frutta e per i più audaci anche il caffè. Poi saliamo in pozzetto a giocare con i nodi mentre ci sfila al traverso Porto Corallo. Prendiamo una carta nautica della zona e con Enrico diamo qualche nozione di navigazione. Come si fa una rotta, la correzione per la declinazione, come si leggono le caratteristiche di un faro. Perche’ il miglio marino è 1852 metri. I ragazzi sono interessati e fanno domande: il quiz li ha selezionati bene. Poi a prua comincia una bella discussione di filosofia e religione fra Simone e Michele, con Christian e Stefano. Ascolto davvero interessato e anche stupito che a questa età si possano fare discirsi già così profondi. Attraversiamo la zona di Quirra, con le stazioni di controllo dei missili, le rampe di lancio che in questi giorni abbiamo visto spesso nei TG a causa dell’inquinamento da uranio impoverito. Poi Monti Ferru e Tertenia, con le sue spiagge isolate e fuori dal mondo. Saliamo ancora adesso sotto un bel sole caldo, ma sempre senza vento. Mentre ormai l’equipaggio è entrato in sintonia con la vita di bordo, la povera Elisabetta soffre sottocoperta e sale poche volte a prendere aria. Anche Andrea ha bisogno di dormire parecchio. Pranzo con un’ottima insalata di riso preparata da Carlotta, a largo di S.Maria Navarrese. Inizia l’Ogliastra, la parte più bella della Sardegna, secondo me. Riconosco dal mare ogni montagna, ogni vallata, ogni strapiombo e ogni spiaggia di questa terra selvaggia che ho percorso a piedi tante volte. Costeggiamo capo di Monte Santu, poi distinguiamo anche se da lontano la bellissima Cala Goloritze, poi Cala Sisine e in fondo anche Cala Luna. Il vento è il grande assente di questo trasferimento. Arriva da nord, cioè sul naso, a circa 10 nodi e non ci permette di veleggiare. Quindi solo randa e il noiosissimo motore. I ragazzi sono rassegnati. Mattia ci propone di accorciare il viaggio e fermarci a La Caletta, Siniscola, anzichè Olbia. In effetti è una proposta saggia, perchè ci permette di arrivare di giorno, e risparmiare ad Adriatica l’ingresso nella Bocca di Olbia. Accettiamo, rotta La Caletta. Attracchiamo alle 17.30 in una bonaccia totale. Trovo sempre affascinante arrivare in un posto dal mare, e anche i ragazzi convengono che è suggestivo. Non è stata una traversata oceanica, ma hanno avuto idea di cosa sia navigare in una barca a vela. Hanno stabilito in poco tempo un rapporto con gli altri “da equipaggio”. Questo già ripaga per me la fatica dell’organizzazione. Ci siamo meritati un bel bagno; d’altronde siamo in Sardegna a Giugno, no? Per cena una buona pizza alla pizzeria La Torre, proprio fuori dal porto. Nell’attesa anche i ragazzi scrivono sul diario di bordo le loro impressioni. Rientriamo l’indomani con un autobus che alle 6 del mattino ci preleva a La Caletta per arrivare alle 9.30, stanchi ma credo molto soddisfatti, nonostante si riprenda il tran tran della vita terrestre.

La redazione di Velistipercaso.it

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