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Le vacanze procedono a pieno ritmo e, settimana dopo settimana, schiere di velisti – per caso o per scelta – si alternano lungo le coste dell'Italia e oltre...

 

Una volta in mare, c'è chi preferisce godersi il sole e il vento delegando la gestione della barca al comandante, chi è più appassionato di navigazione e chi passa il tempo a scrutare l'acqua nella speranza di avvistare un delfino o una balenottera. Fra le varie tipologie di amanti del mare, ci sono però anche gli appassionati di immersioni! Reduci da un viaggio su Adriatica alla ricerca dei Popoli del mare, e quindi ancora un po' immersi nelle atmosfere antiche e nelle letture dedicate a ritrovamenti, scavi e reperti, vogliamo parlarvi di archeologia subacquea.

 

Per chi non sapesse di cosa si tratta, abbiamo trovato su wikipedia una breve spiegazione esaustiva, giusto per darvi un'idea: “L'archeologia subacquea è una branca dell'archeologia che racchiude diversi campi di interesse: - archeologia navale: lo studio della tecnologia riguardante qualunque tipo di imbarcazione e il relativo equipaggiamento; - archeologia sottomarina: la ricerca dei resti materiali dell'uomo e delle sue attività sul mare, ma anche la scoperta di porti, approdi, navi e carichi mercantili; - archeologia fluviale: lo studio dei resti materiali dell'uomo e delle sue attività sui fiumi (insediamenti, attracchi navali, imbarcazioni); - archeologia lacustre: lo studio dei resti materiali dell'uomo e delle sue attività sui laghi; - archeologia lagunare: lo studio dei resti materiali dell'uomo e delle sue attività nella laguna; - archeologia dei pozzi e degli ipogei: settore atipico che prende in considerazione strutture artificiali o cavità naturali, legate a forme di antropizzazione particolari.” Da Wikipedia Noi ci soffermeremo, naturalmente, sull'archeologia subacquea legata in particolar modo al mare. Gli appassionati conosceranno già i reperti e i punti di immersione più suggestivi. Per i meno esperti, abbiamo invece provato a scrivere una lista dei luoghi in cui sono stati fatti alcuni dei ritrovamenti più significativi lungo le coste italiane.

 

Partiamo dal Parco archeologico sommerso di Baia, vicinissimo a Napoli. Si tratta di un'area in cui è conservata una serie di strutture e reperti visibili già a pochissimi metri di immersione: Villa Protiro, il Ninfeo sommerso di Punta Epitaffio, la secca delle Fumose, ma anche Porto Giulio, un'impotente struttura portuale commissionata da Marco Vipsanio Agrippa nel 37 a.C. A Ventotene, isola dell'arcipelago Pontino, è possibile vedere il Relitto Santa Lucia, un piroscafo passeggeri affondato nel '43 che, anche se recente, rimane un reperto di “archeologia navale contemporanea” particolarmente suggestivo... In realtà, sempre nelle acque di Ventotene sono state da poco ritrovate 5 navi romane, con parte dello scafo ligneo ancora intatto sotto la sabbia, con all'interno anfore e altri oggetti. Scendendo più a sud, si può fare tappa alle Eolie. Queste isole hanno avuto nel corso dei secoli un ruolo importante nelle tratte commerciali del Mediterraneo. Non stupisce, quindi, la quantità di ritrovamenti effettuati sui fondali circostanti. In particolare, sono state scoperte negli anni passati 3 navi romane, le cui anfore e gli altri oggetti sono oggi esposti nel Museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” a Lipari. Proseguendo il nostro breve viaggio, arriviamo a Panarea, dove è stato trovato il relitto di una nave romana. Risalendo lungo il Tirreno, una tappa prediletta da molti è Giannutri.

 

Lungo le coste attorno all'isola sono stati infatti ritrovati vari relitti romani. Lungo le coste della Liguria, nel Parco di Portofino, è possibile vedere i resti di alcune navi più moderne, come ad esempio il mercantile Washington e la nave britannica Croesus, ma anche il sottomarino tedesco U-boote. Tutti questi relitti si trovano a una profondità di circa 80 metri e sono quindi difficili da raggiungere per i neofiti. Anche in Sardegna possiamo trovare dei luoghi sommersi di grande fascino. Fra i tanti, citiamo la nave romana dell'Isola di Spargi, ma anche la recentissima scoperta di anfore e resti di navi romane al largo di costa Paradiso e cala Corsara, nell'Arcipelago della Maddalena. Anche al Sud è possibile trovare dei luoghi degni di nota. Quelli che più ci hanno colpito sono i resti sommersi di Nora, visibili anche dalla costa le rare volte che il mare è fermo e trasparente, e le strutture sommerse del "Porto di Melqart" di origine punica, vicino a Teulada.

E l'elenco non è affatto terminato... Le coste italiane sono infatti ricche di relitti antichi e di luoghi in cui sono stati recuperati reperti di grande importanza, ma speriamo di essere comunque riusciti a incuriosirvi! Il mare è un mistero e spesso custodisce tesori e oggetti per secoli, prima di farli riemergere nuovamente permettendoci di ammirarli. Se vi interessa trovare altre informazioni, vi consigliamo alcuni siti: Archeomar, censimento dei beni archeologici sommersi del Sud Italia Archeosub ASSONET Relitti Buona ricerca e...buon vento!

 

Serena Canu
Redazione di Velistipercaso.it

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