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di Paolo Ghidotti


Questo breve viaggio l'ho fatto nel settembre del 2008, in compagnia del mio gruppo subacqueo. L’obiettivo era quello di fare alcune immersioni diverse da quelle che si fanno normalmente, in quanto ci saremmo trasformati in archeologi subacquei. Questa favolosa esperienza la possiamo fare a Capestrano, un piccolo paesino fra le montagne dell’Aquila, dove si trova il Lago di Capo D’Acqua.

 

Questo è un piccolissimo bacino idrico con una caratteristica unica. Nelle sue limpidissime acque si trovano i resti di due mulini medievali. Sono stati sommersi a metà degli anni 60, quando è stata costruita una diga per avere una scorta d’acqua estiva da usare per irrigare le coltivazioni circostanti e dal 2006 viene sfruttato anche per far funzionare una piccola centrale idroelettrica. Questo fantastico laghetto è alimentato da diverse sorgenti situate nelle vicinanze ed altre che si trovano direttamente al suo interno. Questa caratteristica fa in modo che l'acqua sia limpidissima con una visibilità di 70 metri, ma anche molto fredda. La temperatura varia dai 7 ai 10 gradi. Questa meraviglia si trova all’interno del Parco Naturale del Gran Sasso e Monti della Laga a 330 metri di quota. Partiamo da casa verso le cinque di mattina e con un viaggio di circa sei ore e varie soste colazione, caffè e aperitivo, arriviamo a destinazione.

 

Dopo aver pranzato in un ristorantino locale, ci siamo concessi qualche ora di relax, visitando alcuni paesi della zona. Nel tardo pomeriggio eravamo attesi al diving, per incontrare i gestori dell’attività subacquea di questo sito. Dopo la presentazione con lo staff, siamo stati accompagnati in un bellissimo agriturismo, dove avremmo passato la notte. Alla sera siamo stati invitati ad una festa organizzata dai proprietari del lago. Quindi alle 20 tutti al diving dove stavano preparando un’ottima grigliata di carne servita con della buona sangria. Dopo aver festeggiato e socializzato con i nuovi amici, verso le 23, visto che alla mattina non avevamo la sveglia prestissimo, decidiamo di tornare nei paesini medioevali visitati nel primo pomeriggio, per vederli di notte. È stato molto suggestivo ammirare questi borghi illuminati, sembrava di passeggiare in un'altra epoca. Un'altra cosa che ci ha stupito è la quasi totale assenza di persone, abbiamo incontrato solo tre ragazzi davanti all’unica osteria. Verso mezzanotte decidiamo d’andare a dormire.

 

Archeologi subacquei per la prima volta!

 

Al mattino, sveglia alle 07.30, poi super colazione preparata dalla proprietaria dell’agriturismo. Scesi nella saletta da pranzo siamo avvolti da un profumo incredibile, capisco subito il motivo, sulla tavola troviamo tre torte ancora calde, biscotti appena sfornati, marmellata fatta in casa, salumi e formaggi. Verso le 9 appuntamento al diving, per dare inizio all’avventura. Le nostre guide ci fanno un'interessante briefing. L'immersione di per sé è semplice, ma per avere un'ottima riuscita è utile seguire alcune regole. La profondità massima non arriva a 10 metri, quindi di per sé sono immersioni facili, ma è indispensabile pinneggiare a rana e mantenere un assetto perfetto allo scopo di muovere il meno possibile l’acqua per non alzare sospensione che limiterebbe la visibilità. Inoltre è vietatissimo, per motivi di sicurezza, passare sotto gli archi e toccare qualsiasi struttura, per evitarne il crollo. Eravamo molto emozionati, dato che era, per tutti, la prima volta che ci sentivamo degli archeologi subacquei.

 

A questo punto siamo pronti per iniziare l’esplorazione, assembliamo velocemente l’attrezzatura e giù in acqua. Scendiamo alla profondità di 5 metri iniziamo a pinneggiare fino ad arrivare al centro del laghetto, qui vediamo ciò che resta di una via, seguendola, raggiungiamo, alla profondità di sette metri, i resti dei mulini. Era la prima volta che percorrevamo nuotando una via con al suo fianco i resti di strutture edili, normalmente lo si fa passeggiando. Tutto ciò dava un'emozione stranissima. La prima sensazione che ci ha pervaso è stata la voglia di lasciare l'attrezzatura per metterci a camminare. Nel primo tratto della via, non c'erano molte strutture da vedere a parte qualche ingresso in marmo, ma, man mano la si percorreva, si incontravano sempre più cose, fino a quando ci siamo trovati circondati dalle costruzioni. Di colpo si è fatto tutto estremamente interessante, si potevano ammirare i resti dei mulini, con tutta la vecchia rete dei fossati, ponti e canali, alcuni coperti da archi e ponticelli che servivano per portare l’acqua necessaria a far lavorare i mulini. Le strutture incontrate erano molto interessanti. Del primo mulino non era rimasto tantissimo, mentre del secondo si vedevano proprio le strutture con diversi archi e pareti. Abbiamo passato circa quarantacinque minuti visitando tutto ciò che rimaneva di questo piccolo borgo medioevale, poi il freddo ci ha costretti ad uscire. Per tutto il tempo dell’immersione la mia mente era pervasa da un pensiero, cercavo di capire come vivessero gli abitanti di questo luogo. Cercavo di vedermeli al lavoro nei mulini, a passeggio nelle vie o mentre accudivano gli animali nei recinti.

 

Ci siamo presi una sosta di un’oretta, bevendo del tè bollente per scaldarci. Poi ancora in acqua per la seconda immersione la quale ripete il percorso della precedente, tranne che nell’ultima parte, dove prima di uscire, compie una deviazione verso il lato opposto del lago, per andare a vedere dei ciuffi di vegetazione particolari, che fanno da rifugio a dei piccoli gamberi tipici di quelle acque. Molto particolare anche questa deviazione perché passare da un paesello che ti dà l’impressione di essere a passeggio ad un ambiente completamente opposto, prettamente lacustre sommerso, dà una sensazione strana. Si potrebbe pensare che rifare la stessa immersione sia inutile; in realtà è necessario per apprezzare meglio le strutture, concentrandosi sui particolari, visto che nella prima l'emozione e la foga tolgono l’attenzione da questi. Infatti, tornati in acqua, ci sembrava un’immersione diversa, abbiamo notato le vecchie macine, archi, passaggi e canali diversi. Ma le cose che mi hanno colpito maggiormente, sono i resti delle piante, che mi hanno ricordato che in passato era un luogo pieno di vita, di persone, animali e piante dove vi svolgeva la vita quotidiana di un borgo medievale.

 

Mentre nuotavo mi divertivo e scattare fotografie, la cosa strana era che invece di vedere la popolazione rurale al lavoro vedevo i compagni sub. Dopo circa quaranta minuti deviamo verso il lato opposto del lago per andare scoprire la zona nuova. Qui trovammo una vegetazione stranissima fatta da grossi gruppi di alghe filiformi diritte dove trova rifugio una specie particolare di gamberetto. Dopo un'oretta d’immersione riemergiamo mezzi congelati ma soddisfatti. Ci facciamo una doccia calda, anzi bollente, salutiamo gli amici del diving, che ci consigliano un buon ristorante dove pranzare. Mentre mangiavamo, come sempre dopo un’immersione, ci scambiavamo le nostre sensazioni, una di queste ci accumunava tutti. Era l’emozione di avere potuto rianimare, grazie alla visita di noi subacquei, un luogo che in passato era il fulcro di una comunità rurale pieno di vita e che anni fa è stato sacrificato in nome del progresso. Questa esperienza da archeologi è stata estremamente piacevole ed interessante, ci ha fatto conoscere un aspetto diverso, raro e particolare della subacquea. Purtroppo questo luogo magico ha subito le terribili conseguenze del terremoto che il 6 Aprile 2009 ha distrutto l’Aquila, diverse strutture hanno subito ingenti danni, danneggiando gravemente anche queste strutture sommerse e facendo cadere anche un arco. Comunque, fortunatamente, la maggior parte delle strutture ha resistito al terribile sisma, dando ancore oggi la possibilità ai sub di immergersi per provare la magnifica e particolare sensazione di sentirsi degli archeologi subacquei per caso.

 

 

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